Iran esegue altri due uomini in connessione con le proteste

Esecuzioni all’ombra delle proteste: due uomini giustiziati in Iran

Sabato, le autorità iraniane hanno eseguito due uomini accusati di aver ucciso un membro di una forza paramilitare durante le senza precedenti proteste scoppiate in seguito alla morte in custodia di una giovane donna. Le ultime impiccagioni portano a quattro il numero totale di esecuzioni nel corso delle manifestazioni su scala nazionale, che da metà settembre si sono trasformate in una richiesta di fine del regime clericale iraniano.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Mizan Online, “Mohammad Mahdi Karami e Seyyed Mohammad Hosseini, i principali responsabili del crimine che ha portato al martirio di Ruhollah Ajamian, sono stati impiccati stamattina”.
I procuratori hanno affermato che il 27enne miliziano era stato spogliato e ucciso da un gruppo di persone che stavano rendendo omaggio a una manifestante uccisa, Hadis Najafi.
Le esecuzioni arrivano nonostante la campagna intrapresa da diversi gruppi per i diritti internazionali per ottenere la grazia dei due uomini. Il padre di Karami aveva anche pregato la magistratura di non uccidere suo figlio. Amnesty International aveva condannato il “velocissimo processo ingiusto a cui i due sono stati sottoposti” che secondo loro non assomigliava “neppure lontanamente ad un significativo procedimento giudiziario”.
Le autorità hanno arrestato migliaia di persone durante le manifestazioni scoppiate con la morte in custodia di Mahsa Amini, 22enne curda iraniana arrestata dai guardiani della morale per presunte violazioni della rigida legge sul vestire femminile imposta dal regime.
Ajamian apparteneva alla forza paramilitare Basij legata al potente Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche. Egli morì a Karaj, ad ovest di Teheran, il 3 novembre dopo essere stato attaccato con “coltelli, pietre, pugni e calci” e trascinato lungo una strada, come riferito da un portavoce della magistratura all’epoca. La corte istruttoria aveva condannato Karami e Hosseini a morte nell’inizio di dicembre, come riportato da Mizan. Martedì la Corte Suprema ha confermato la sentenza.
Il direttore dell’Iran Human Rights (IHR) con sede ad Oslo Mahmood Amiry-Moghaddam ha affermato che entrambi gli uomini “sono stati sottoposti a torture ed è stata emessa condanna a morte senza rispettare le minime garanzie per un processo equo”.


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